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Orciano, il Comune e il… “Galateo” nei controlli.

Con nota di rara – ma autentica – cortesia Prot. 724 del 13.02.2013, sottoscritta dal RESPONSABILE DELL’AREA TECNICA ARCH. CARMEN STORONI, il Comune di Orciano di Pesaro ha comunicato alla Wafer zoo S.r.l. e alla Paci & Pagliari S.n.c. che “sulla base delle segnalazioni pervenute…, il giorno 18 c.m. alle ore 10:00, l’Ufficio competente, congiuntamente all’Ufficio Associato di Polizia Locale così come concordato, si recheranno presso lo stabilimento in esame per le verifiche necessarie”.

Tale benevolo preavviso NON È RICHIESTO dalla Legge[1], ed è solo l’ultimo atto della fin troppo ossequiosa gestione della vicenda da parte dell’Amministrazione comunale:

1. La segnalazione risale almeno al 04.06.2011. Perché, finora, il Comune non ha effettuato accertamenti e adottato provvedimenti?

2. Con ordinanza del Responsabile dell’Area Tecnica comunale n. 3/2009, prot. n. 3122, è stata disposta la demolizione dell’ampia platea e di una nuova strada realizzate presso lo stabilimento in violazione delle norme urbanistiche e paesaggistiche vigenti. Per quale motivo, constatata l’inerzia

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Provincia di Pesaro e Urbino: c’è chi difende la Finanza dei Crack.

 

Siamo costretti a intervenire di nuovo sulla vicenda riguardante il bilancio della Provincia di Pesaro e Urbino, dopo la nostra nota del’ottobre scorso e la nostra diffida, congiunta col Coordinamento Acqua Bene Comune, a vendere le quote pubbliche della partecipazione in Marche multi servizi, attuata secondo il dirigente Domenicucci per motivi dovuti al  “momento storico”.

La vendita delle quote MMS, un patrimonio che fruttava un utile considerevole ogni anno, è stata attuata paventando addirittura, ricordiamo le dichiarazioni contraddittorie e mutevoli degli amministratori, un fallimento economico della Provincia, la “colpa” era dei costi dell’emergenza neve e del Patto di stabilità.

Nessuna risposta circostanziata fu data alla nostra nota nella quale esaminando i dati di bilancio ci chiedevamo perché, invece di vendere quote fruttifere, la Provincia non avesse scelto subito soluzioni alternative e non negoziasse altrimenti con le banche.

La risposta la dà ora lo stesso Domenicucci, rispondendo a polemiche di matrice elettorale sul debito causato dall’investimento in titoli Derivati,

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