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Acqua-plastica-rifiuti: vecchi bidoni e nuove soluzioni


E’ di questi giorni la notizia che la commissione tributaria di Messina ha accolto il ricorso di diversi contribuenti che hanno contestato l’applicazione dell’Iva sulla tassa o tariffa sui rifiuti, la ragione è che essendo essa un tributo, perché non applicata proporzionalmente ai rifiuti prodotti, l’Iva è illegittima, come già sentenziato nel 2009 dalla Corte costituzionale.
Nella nostra provincia, a scansioni regolari, si minacciano aumenti della tassa e gli amministratori dichiarano bellamente di essere incapaci di rendere fruttuosa la raccolta differenziata, e di guadagnare quindi dal recupero-riciclaggio dei materiali per mantenere le tariffe a livelli ottimali. Non solo, il rapporto qualità del servizio / tariffa ( in molti casi ancora Tassa) è spesso insoddisfacente.

Ciò a causa sia dei gestori inefficienti che della mancanza di educazione ambientale dei cittadini, in molti Comuni addirittura incapaci di seguire le più semplici indicazioni per il conferimento, ad esempio, dei rifiuti ingombranti. Basti vedere l’uso delle piazzole di raccolta trasformate in discarica di tutto ciò che infastidisce in casa, in spregio anche della segnaletica apposta.
Nel frattempo alcuni comuni italiani sperimentano nuove soluzioni “virtuose”: una ad esempio è quella che lega il tentativo di ridurre i troppo elevati consumi di bottiglie in plastica (fatte di PET) con il diritto alla buona qualità dell’acqua pubblica.
Ricordiamo che il PET, purtroppo, è una fonte di diossine perché fa parte della frazione dei rifiuti che viene “legalmente” incenerita. Di PET ( Poli Etilen Tereftalato) in Italia ogni anno contiamo oltre 300.000 tonnellate che subito dopo l’uso diventano rifiuto, con la felicità dei gestori di inceneritori , visto l’alto potere calorifico di questo polimero. Di recente Il Ministero della salute ha autorizzato l’uso di PET riciclato per la produzione di nuovi imballaggi contenenti alimenti. Ciò contribuirà perlomeno alla riduzione della necessità di materia prima (petrolio) ma solo se se ne diminuisce intanto l’uso.

Purtroppo non bastano le campagne “ecologiche” di note aziende che imbottigliano l’acqua in Pet, come la San Benedetto, che di recente è stata multata perché la pubblicità delle sue nuove “eco bottiglie” non rispondeva al vero, azienda con fatturati da mezzo miliardo di euro nota anche per non aver pagato il canone dovuto dal 2008 alla regione Veneto per l’acqua imbottigliata e venduta.

Riguardo ciò proponiamo l’esempio del Comune di Mores, in provincia di Sassari, che dalla fine del mese di Agosto, per ogni famiglia mette a disposizione 6 bottiglie al giorno di acqua purificata, refrigerata e, per chi la desidera, anche gassata, proveniente dall’acquedotto comunale.

Il Comune ha deciso di investire nel progetto contando di assorbire gli interi costi di gestione con il risparmio che si avrà nella raccolta differenziata.

Chiediamo a tutti i piccoli Comuni dell’entroterra di sensibilizzare all’uso dell’acqua potabile comunale e di garantirne l’uso anche, se necessario, con questo tipo di iniziative.

 Coordinamento dei comitati per la difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano

 Fonti:

http://www.aduc.it/comunicato/tariffa+rifiuti+iva+attenzione+alle+false_17612.php

http://marraiafura.com/a-mores-in-sardegna-l-acqua-e-di-tutti-ed-e-gratis-l-acqua-pubblica-arriva-a-casa-in-bottiglia-purificata-refrigerata-e-gasata/

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