CALAMITA’ “NATURALE”, STATO DI EMERGENZA, INTERVENGA IL GOVERNO
Le paroline magiche ed ingannatrici
L’arrabbiato mare adriatico ha fatto sfracelli e danni materiali notevolissimi su tutta la costa marchigiana.
E’ un fatto incontestabile. La natura vuole i suoi spazi e reagisce con tutta la sua forza agli scempi dell’uomo.
Ed allora si scatena l’orgia parolaia dei politici, ben assecondati da TV e giornali, e con il supporto “neutro” dei cosiddetti “tecnici”, specie di quelli che godono dei lauti stipendi pubblici.
La forza maligna e non prevedibile della natura è l’unica responsabile di tutto cio’, secondo lor signori.
Quindi, di fronte all’imponderabile, è necessario raccogliere le forze, non parlare di responsabilita’, prendere atto della emergenza, dichiarare lo stato di calamita’ e chiedere l’intervento immediato e necessario del governo, cioe’ dello stato babbo e padrone.
E’ il solito film, che si ripete in continuazione. Stanchi gli operatori che lo proiettano, ancora piu’ stanchi e sfiduciati, increduli e rassegnati gli spettatori
Particolarmente sgradevole la voce dei “tecnici pubblici”, presso i quali si annida, se le notizie giudiziarie sono esatte, la piu’ ampia e diffusa corrutela.
Sgradevole soprattutto la voce degli apicali dei vari Enti “Pubblici” preposti. Se non altro per motivi di deontologia professionale.
Infatti questi superpagati, coi nostri soldi, “tecnici” dovrebbero conoscere alcune cose. Del resto queste dovrebbero essere anche patrimonio di sindaci, consiglieri, prefetti e politici vari, compreso i parlamentari.
Esiste, fin dal 2008, uno “Studio per il Governo del Mare Adriatico e delle coste : inizio di un processo di gestione integrata”.
Questo studio, finanziato con soldi europei, misura Interegg, faceva parte dell’”iniziativa Italo-Croata : DAMAC (Difesa ambientale del Mare Adriatico e Comunicazioni).
Studioi pubblico quindi, non la solita “menata” ambientalista.
Redatto, in 339 pagine, dalle universita’ di Ancona, Zagabria e Zara, con il contributo di circa 50 tecnici e prof universitari (alcuni dei quali sono oggi in testa al coro delle lamentele), pur con molta prudenza, lo studio indicava limiti, problemi e prospettive della questione adriatica.
L’erosione e le infauste conseguenze delle mareggiate, pur naturali, tra queste.
Orbene, cosa fanno tecnici e politici marchigiani che, detto per inciso, sono quelli poi favorevoli ai rigassificatori, agli stoccaggi, alle trivelle, alla captazione di C02, alla irreggimentazione cementificata dei fiumi ?
Invece di cospargersi il capo di cenere per i pesanti ed infausti errori, invece di ammettere che hanno lucrato, e continueranno a farlo, stipendi e prebende ingenti gridano, “al lupo, al lupo”, come quei delinquenti furbi che, sorpresi a rubare, si mettono a correre gridando “al ladro, al ladro” cercando di sviare da se’ sospetti ed ingiurie.
Cosi’ va il mondo, finche’ permetteremo a lor signori di essere impuniti.
CITTADINI NON SUDDITI
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