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Cronologia di un eco-mostro

L’INCENERITORE DI BIOMASSE DI SCHIEPPE, UNA “NUOVA BATTAGLIA DEL METAURO” – Cronologia  al settembre 2008. La battaglia continua. 

Il 27 maggio 2003 la Paci e Pagliari S.n.c., ha presentato al comune di Mombaroccio un progetto per un “impianto di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e calore”.“l’impianto di cogenerazione verrà alimentato da biomasse vergini, approvvigionate localmente,… . Non verranno utilizzati quindi rifiuti di alcun tipo…”

L’8 ottobre 2003 la Conferenza dei Servizi convocata dalla Provincia di Pesaro e Urbino respinge il progetto presentato dalla ditta Paci e Pagliari S.n.c. – Richiesta di autorizzazione alla realizzazione ed al contestuale esercizio di un impianto per il recupero energetico del rifiuto speciale non pericoloso denominato C.D.R. (Combustibile da rifiuto). Come emerge dal verbale della Conferenza dei Servizi tale comportamento fu aspramente stigmatizzato dal Sindaco di Mombaroccio.

Il 15.06.2004, veniva presentata, a nome della Soc. Wafer zoo S.r.l. l’istanza per l’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’impianto di essiccazione di foraggi e produzione di mangimi zootecnici corrente in Schieppe di Orciano, ove l’attività è esercitata dalla ditta Paci e Pagliari S.n.c.

Il 29.11.2004 la Regione Marche, nella persona del direttore del Dipartimento Territorio ed Ambiente, rilascia l’Autorizzazione Integrata Ambientale n. 24/DP4. In tale autorizzazione si prescrive, ai fini dell’adeguamento di un impianto esistente, la realizzazione di un nuovo impianto, cioè di una centrale termoelettrica da ben 80 Mw. termici – di cui solo 3, secondo il progetto, allocati nel mangimificio attuale – e, comunque, si imponeva un intervento comportante una modifica sostanziale dell’impianto esistente. Ciò veniva rimarcato anche dal Ministro dell’Ambiente che sul punto scriveva: “si possono avanzare dubbi in merito alla scelta di qualificare come adeguamento di un impianto esistente la realizzazione di un impianto di fatto nuovo, per di più destinato allo svolgimento di attività diversa da quella svolta in precedenza”. In base al D.Lgvo 4 agosto 1999, n. 372, non poteva essere rilasciata l’autorizzazione, in quanto la stessa comporta una modifica sostanziale e addirittura un nuovo impianto, come poi emerso anche in sede di procedimento per il rilascio della VIA. Ne consegue che  l’AIA del 29.11.2004 è stata rilasciata in palese violazione della normativa esistente.

Va inoltre evidenziato che la zona dell’intervento ricade all’interno della ZPS 8 – Tavernelle sul Metauro nella quale, all’epoca dell’emanazione dell’atto, vigevano le norme di salvaguardia previste per le aree protette in base alla delibera del 2.12.1996, del Comitato Nazionale per le Aree Naturali Protette, che ha adottato una classificazione delle aree naturali protette ricomprendendo in queste anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e i Siti di Importanza Comunitaria (SIC). In queste: “sono vietati … L’esecuzione di nuove costruzioni e la trasformazione di quelle esistenti ,qualsiasi mutamento dell’utilizzazione dei terreni con destinazione diversa da quella agricola” . Infine l’AIA 24/DP4 del 29.11.2004 è stata rilasciata senza la preventiva VIA – Valutazione di Impatto Ambientale prescritta per impianti del genere dalla L.R. 7/2004 , nonché della normativa comunitaria e nazionale.

Di tali circostanze non si ha notizia sino al 15.03.2005, quando compare l’articolo dal titolo L’inceneritore si farà” - Orciano, cresce la tensione per quella che sembra non solo un’ipotesi  Martini: “Noi lasciati all’oscuro, metodo inaccettabile”  – ORCIANO – Un inceneritore per produrre 22 megawat di energia elettrica bruciando biomasse sta per sorgere nel Comune di Orciano nell’area più a valle di Schieppe. Chi insorge sul metodo adottato fino a questo momento è il professor Fiorenzo Martini, rappresentante del Comune di Sant’Ippolito ed ex presidente del consiglio della Comunità Montana. Cosa è emerso dalla riunione che avete avuto a Orciano? “Prima di tutto bisogna specificare il perché c’è stata quella riunione. Il sindaco di Serrungarina aveva chiesto delucidazioni al collega di Orciano circa una voce insistente sul grande impianto di cui si parla. La voce ha trovato conferma ufficiale e siamo rimasti tutti quanti spiazzati”.
Tutto ciò avveniva prima che fosse costituito, il 2 aprile 2005, il CITAS – Comitato Intercomunale per la Tutela dell’Ambiente e della Salute. Dalle notizie apparse sulla stampa e dalle dichiarazioni del Sig. Patrizio Paci (Il Resto del Carlino 14.07.2005) si è appreso  che la centrale termoelettrica nasceva dall’esigenza di ridurre le emissioni dell’impianto esistente; di qui la pretesa, più che legittima per i cittadini e per il comitato, di verificare quali fossero gli attuali livelli di inquinamento dello stabilimento operante a Schieppe di Orciano.

Con nota trasmessa il 07.12.2005, il CITAS ha richiesto all’Ufficio Ambiente della Provincia di Pesaro e Urbino e all’ARPAM di Pesaro copia della documentazione inerente i controlli sulla qualità delle emissioni del mangimificio esistente. Dall’accesso esercitato il 14.01.2006 presso l’Ufficio Ambiente della Provincia è emersa l’ASSENZA dei certificati sulle emissioni dell’impianto relativi agli anni 2004 e 2005.

Nel frattempo, le Amministrazioni Comunali di Serrungarina e Montemaggiore al Metauro nel cui territorio – secondo quanto emerge dal parere ARPAM – andranno a ricadere in maggior parte gli effetti dell’impianto, convocarono il Consiglio Comunale in seduta straordinaria ed adottarono ordini del giorno esprimenti contrarietà all’impianto prospettato da Wafer zoo S.r.l. e censure per la mancanza di trasparenza nei procedimenti amministrativi.
Il 18.01.2006 nasce il Coordinamento dei comitati di difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano.

Il Resto del Carlino di giovedi 10 febbraio 2006 pubblica l’articolo “FALSI RIMBORSI, SETTE ACCUSATI – La truffa. Raggiro ai danni della Ue per un ammontare di due miliardi di vecchie lire. E il Pm ha mandato a giudizio tutte le persone coinvolte”. Vi si è data notizia del rinvio a giudizio di Paci Patrizio e di altre 6 persone, fra cui tre funzionari della Regione Marche, accusati di aver organizzato e realizzato una truffa all’U.E. facendo percepire indebitamente, con raggiri, oltre un milione di euro di contributi pubblici alla Wafer zoo S.r.l.

Tale situazione avrebbe forse imposto una sospensione del procedimento di approvazione del nuovo impianto in attesa della definizione dell’instaurato procedimento penale, specie se valutato in relazione alla circostanza che l’attivazione dell’impianto de quo comporterebbe per la società la gestione di ingenti contributi pubblici in ordine ai cosiddetti. certificati verdi .

A proposito di questi ultimi, il Coordinamento dei comitati rende noto nella sua assemblea del 27 aprile 2007 che già dal 2004, sul sito www.agripower.biz, la società investitrice nel progettato impianto di Schieppe vantava la sua entrata in funzione per i primi mesi del 2007 e l’acquisizione del capitale calcolato in 24 milioni di euro all’anno di contributi statali-certificati verdi (ex Cip 6).

In data 14 febbraio 2006 della questione si è occupato il cConsiglio regionale che ha votato un documento che “IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE 1) a prendere atto della impraticabilità del progetto in questione alla luce dei limiti evidenziati; 2) a sospendere o annullare l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) già rilasciato …”. Il clamore suscitato da questo atto del consiglio regionale, in cui si  ribadisce come siano infondate le argomentazioni Waferzoo secondo cui la centrale prospettata rientrerebbe nell’ambito delle strategie di pianificazione energetica regionale.

Durante la discussione in Consiglio Regionale il Consigliere Franco Capponi ha dichiarato che quello in esame “E’ stato uno dei progetti recepito dal Pear ed è una cosa che non mi piace questa per cui alcuni progetti vengono presi, messi nei piani e gli altri vengono tutti esclusi perché c’è una trattativa aprioristica rispetto alla programmazione vera e propria”. In altre parole, secondo quanto emerge dal verbale della seduta, sarebbe il PEAR ad essere conforme al progetto Wafer zoo S.r.l. e non il contrario! D’ALTRA PARTE IL RILASCIO DELL’AIA CON LA PRESCRIZIONE DELLA REALIZZAZIONE DELLA CENTRALE E’ ANTERIORE ALL’APPROVAZIONE DEL PEAR.

Con decreto Regione Marche 4/VAA_08 del 12.12.2006 è stato espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale alla modifica impianto esistente, con rilascio di autorizzazione paesaggistica e valutazione di incidenza per l’impianto.  Ciò è avvenuto sul presupposto dichiarato che l’ARPAM Dipartimento di Pesaro avesse “espresso complessivamente una valutazione favorevole all’interevento con prescrizioni”. Al contrario, ad un esame comparato del parere originale con quello trascritto nel documento istruttorio in calce al decreto VIA, non solo le osservazioni e il parere del 19.06.2006 dell’ARPAM paiono negativi, ma è emerso che il responsabile del procedimento, Arch. Mariani, non ha riportato in maniera fedele il contenuto documento. Invero, come si evince dalla tavolo sinottica appositamente predisposta, l’istruttore Arch. Mariani ha in molti punti omesso passi rilevanti del parere ARPAM, o ha eseguito delle trasposizioni delle frasi, tali da modificarne completamente il significato o la rilevanza.

La “strategicità dell’impianto” per la programmazione energetica regionale è negata anche le dal Presidente della Giunta Gian Mario Spacca nell’incontro del 01.06.2007:

(L’impianto di Schieppe ) “…non è strategico nella vita della nostra regione rispetto al tema dell’energia... Per noi quest’impianto, lo ripeto, non è strategico nel contesto della programmazione regionale; è un impianto che non risolverebbe sicuramente la situazione energetica delle Marche. Non c’è da parte del Governo regionale nessun tipo di atteggiamento finalizzato alla difesa pregiudiziale di questa struttura, tutt’altro…”.

Il decreto Regione Marche n. 4 VAA_ 08 del 12.12.2006 è stato impugnato avanti al T.A.R. Marche, presso cui è tutt’ora pendente il relativo ricorso, da parte di numerosi enti locali.

Con nota del 29.01.2007 il Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino ha ordinato verifiche “In riferimento alla particolare ed urgente situazione di salvaguardia ambientale ed igienico sanitaria delle zone coinvolte dalla ricaduta delle emissioni prodotte dallo stabilimento”

Nei primi mesi del 2007, in prossimità della convocazione della conferenza dei servizi decisori AIA è stato fatto affiggere dalla provincia di Pesaro Urbino un manifesto diffuso in tutti i comuni della vallata riportante una dichiarazione del Presidente Senatore Palmiro Ucchielli: La Regione dica un “no” forte e chiaro alla centrale a biomasse di Schieppe esprimendosi rapidamente contro la realizzazione dell’impianto. Il consiglio provinciale di Pesaro e Urbino ha già pronunciato per ben due volte il proprio “no””.

Il 31 gennaio 2007 si è tenuto, a Calcinelli di Saltara, uno fra gli eventi istituzionali più importanti del  territorio: un’assemblea di 13 consigli comunali e del consiglio della comunità montana, conclusasi con il voto di una risoluzione di contrarietà alla centrale termoelettrica a biomasse, unita alle istanze rivolte alla regione ai fini dell’annullamento degli atti emanati e della conclusione dei procedimenti.

In data 10 febbraio 2007, dopo numerose e affollate assemblee di informazione tenuti sul territorio, si è tenuta per le vie di Pesaro una imponente manifestazione di cittadini culminata in Piazza del Popolo.

Il Dirigente della P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali Geol. David Piccinini ha convocato, per il giorno 01.03.2007, la Conferenza dei Servizi decisoria ai sensi dei commi 10 e 11 del D.L.gs. 59/2005, per la quale il progetto è ora diventato – da “adeguamento dell’impianto esistente”– una “modifica sostanziale dell’impianto di essiccazione esistente con inserimento di una caldaia alimentata a biomasse vegetali per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”.

E’ doveroso evidenziare al riguardo che a breve distanza dall’impianto insiste il bacino di approvvigionamento, sul fiume Metauro, dell’acquedotto Pesarese e ad appena 2.000 metri l’impianto di potabilizzazione del medesimo acquedotto che alimenta, con le città di Pesaro e Fano, il 75% degli abitanti della Provincia di Pesaro e Urbino. Tale circostanza – pur evidenziata nelle osservazioni presentate dai vari Comuni interessati – non è stata nemmeno presa in considerazione nella valutazione di impatto ambientale, sebbene le emissioni – specialmente le sostanze tossiche – siano rilevanti e possano determinare scenari oggettivamente inaccettabili. Nell’ambito della Conferenza dei Servizi decisoria A.I.A. anzidetta sono stati acquisiti i pareri contrari del Comune di Orciano di Pesaro, della Provincia di Pesaro e Urbino, dei Sindaci-Autorità sanitarie di Orciano di Pesaro, Barchi, Serrungarina, Sant’Ippolito, Montemaggiore al Metauro.

La Regione Marche, anziché concludere con diniego il procedimento lo ha sospeso sine die.

Con atto 21/VAA_08 del 15.03.2007 la Regione Marche decretava “DI RETTIFICARE il documento istruttorio del decreto del dirigente della P.F. Valutazioni ed autorizzazioni ambientali del 12.12.2006, n. 4/VAA_08 nel quale per mero errore materiale, al capitolo 3 nella parte concernente l’autorizzazione paesaggistica, riporta: “il corpo C viene costruito in adiacenza ai summenzionati manufatti in zona agricola con una porzione di circa mq. 400 ricadente in ambito di tutela integrale corsi d’acqua”, mentre per le motivazioni riportate nel documento istruttorio la parola “integrale” deve essere sostituita con “paesaggistica”. I rilievi del corso d’acqua (Rio Vergineto), effettuati con strumentazione satellitare GPS per conto del Comune di Montemaggiore al Metauro, hanno evidenziato che tale circostanza non corrisponde al vero, essendo le costruzioni previste in ambito di tutela integrale del corso d’acqua ex art. 29 del P.P.A.R. Marche. Peraltro, le misurazioni hanno portato alla luce la circostanza che gli elaborati progettuali recano un’indicazione del fosso Rio Vergineto errata e non corrispondente alla realtà, ma sbilanciata a favore della ditta proponente.

Con decreto del 15.03.2007, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il paesaggio delle Marche – Ancona, ha proceduto all’ANNULLAMENTO “dell’autorizzazione paesaggistica all’impianto …per sviamento e travisamento per difetto di istruttoria per inadeguata motivazione per violazione del principio di leale cooperazione per manifesta illogicità ed incongruenza per illegittimità ed eccesso di potere in ordine alle compatibilità delle nuove opere con i valori paesistici ed ambientali del luogo di dichiarato interesse pubblico”.

Contro il predetto decreto di annullamento, la Wafer zoo S.r.l. ha proposto ricorso avanti al T.A.R. delle Marche con contestuale istanza di sospensiva, contro il MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI in persona del Ministro p.t., la SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E  PER IL PAESAGGIO DELLE MARCHE – ANCONA in persona del Soprintendente p.t., e nei confronti di REGIONE MARCHE in persona del Presidente p.t., del DIRIGENTE DELLA P.F. VALUTAZIONI E AUTORIZZAZIONI AMBIENTALE DELLA REGIONE MARCHE Geol.David Piccinini, del COMUNE DI ORCIANO DI PESARO in persona del Sindaco p.t., tutti costituitisi. Sono altresì intervenute ad opponendum le Amministrazioni Comunali di Montemaggiore al Metauro e di Fano.

Con ordinanza del T.A.R. Marche depositata in data 11.05.2007, è stata respinta l’istanza di sospensiva chiesta dalla Ditta, “Ritenuto che non sussistono i presupposti di cui all’art. 21 della legge n. 1034/1971, in quanto il pregiudizio lamentato non è irreparabile né grave, in comparazione con quello perseguito dal provvedimento impugnato, ed i motivi di gravame necessitano di un più approfondito esame in sede di decisione di merito, anche a seguito delle argomentazioni difensive dedotte dalle parti resistenti”.

Con nota del 29.05.2007 –veniva sospeso il procedimento di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale nr. 24/DP4 del 29.11.2004 per l’impianto, ed invitata la ditta a presentare istanza tesa ad ottenere il rilascio di una nuova autorizzazione paesaggistica. Con nota del 31/08/2007 il responsabile del procedimento Dott. Arch. David Piccinini ha notificato formale comunicazione alla Wafer zoo S.r.l. del preavviso di diniego dell’autorizzazione paesaggistica: “viste le posizioni già espresse dalla Soprintendenza nel provvedimento di annullamento sopra citato, considerato che il DM 31/7/1985 è volto anche alla tutela del paesaggio fluviale così come l’articolo 142, comma uno, lettera c) del D.Lgs. n. 42/2004, considerato che tale aspetto era stato già evidenziato in sede di richiesta perché era che un master di documentazione integrativa, si ritiene che le trasformazioni proposte all’interno dell’ambito provvisorio di tutela della Rio Vergineto non siano compatibili rispetto ai valori paesaggistici e riconosciuti dai vincoli e dalle finalità di tutela della qualità del paesaggio e individuate dal Piano Paesistico Ambientale Regionale”.

Venuta meno la possibilità del rilascio di una nuova autorizzazione paesaggistica, la Wafer zoo S.r.l. ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza nr. 214/07 con cui il T.A.R. delle Marche aveva respinto l’istanza di sospensiva del decreto di annullamento emanato dalla Soprintendenza di Ancona. All’udienza del 09.10.2007 si sono costituiti, l’Avvocatura Generale dello Stato per il MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI e per la SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E  PER IL PAESAGGIO DELLE MARCHE – Ancona, il Comune di Orciano di Pesaro, il Comune di Fano, il Comune di Montemaggiore al Metauro.

Con ordinanza nr. 5310/07, il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza della ditta “Ritenuto che non sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’appello cautelare non emergendo estremi di danno nella sfera dell’appellante tali da giustificare la compromissione del sito tutelato nelle more della decisione nel merito della controversia”.

Nel frattempo è continuata l’opposizione netta, sia da un punto di vista politico che tecnico legale, portata avanti, sin dal marzo 2005, da parte di tutti i comuni della vallata, della Comunità Montana del Metauro, della Provincia di Pesaro e Urbino.

Sono 80 gli atti deliberativi delle giunte, e dei consigli comunali, comunitario, nei quali si manifestano perplessità, preoccupazione, censure nei confronti dell’operato degli uffici regionali, sino al punto da adire le vie giudiziarie mediante i ricorsi al tribunale amministrativo regionale e al Consiglio di Stato. Tra queste ricordiamo quelli della Provincia di Pesaro e Urbino (D.C.P. Nr. 04/2007) e della Regione Marche (D.C.R. Nr. 25 del 14/02/2006).

Nel gennaio 2008 il Comune di Montemaggiore al Metauro ha richiesto un parere dell’autorevole Istituto Nazionale per la ricerca sul Cancro di Genova ( IST) che ha confermato le preoccupazioni in materia di qualità del suolo dell’aria e di salute. In particolare vi si legge: “Pertanto concordiamo con le preoccupazioni del Comune di Montemaggiore al Metauro ed in particolare con la stima che i suoi uffici hanno fatto che una emissione di 10 programmi di diossine (espresse come tossicità equivalente alla TCDD) per normal metro cubo, da parte della centrale a biomasse, pur rispettosa degli attuali limiti di legge, comporti l’emissione giornaliera di 50,4 milioni di picogrammi di diossine, la cui potenziale pericolosità si può desumere calcolando che tale quantità corrisponde alla dose giornaliera ritenuta attualmente tollerabile per oltre 300.000 soggetti adulti….”.

Con DECRETO DEL DIRIGENTE DELLA POSIZIONE DI FUNZIONE VALUTAZIONI ED AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI N. 45/VAA_08 DEL 14/04/2008 il Dott. David Piccinini ha rilasciato la nuova autorizzazione paesaggistica per l’impianto.

Con decreto del 29.05.2008, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il paesaggio delle Marche – Ancona, ha proceduto all’ANNULLAMENTO dell’“autorizzazione paesaggistica di cui al decreto n. 45/VAA_08 del 14.04.2008 […] per sviamento e travisamento per difetto di istruttoria per inadeguata motivazione per violazione del principio di leale cooperazione per manifesta illogicità ed incongruenza per illegittimità ed eccesso di potere in ordine alle compatibilità delle nuove opere con i valori paesistici ed ambientali del luogo di dichiarato interesse pubblico”.