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Ospedale Fano-Pesaro: l’edilizia sanitaria non costruisce la salute


L’annuncio di un nuovo ospedale Fano-Pesaro, dal costo di oltre 130 milioni di euro, in linea con le politiche regionali di investimento per l’edilizia di questo settore, rende perplessi molti cittadini che si chiedono se non sarebbe stato meglio investire nella prevenzione, nelle politiche di abbattimento delle nocività, nell’aumento della qualità delle strutture esistenti piuttosto che in un modello di sanità che spinge molto spesso le persone a spostamenti che eguagliano in chilometri quelli presso i Santuari.

 Il rapporto Ceis-Sanità 2009 presentato poche settimane fa segnala che la spesa sanitaria del 2009 ha raggiunto un importo pari al 8,7% del Prodotto interno lordo, e che considerando il valore aggiunto del settore raggiungiamo una percentuale di circa il 12%, per cui la spesa sanitaria rappresenterebbe la terza realtà industriale del Paese dopo alimentari ed edilizia!
La bilancia commerciale dei farmaci, dei quali gli anti-neoplastici rappresentano un ingente settore, segnala l’importazione di sostanze per ben 2,4 miliardi di euro

La passione che i nostri amministratori, da “bravi padri di famiglia”, detengono per le spese sanitarie (che paiono la loro dimostrazione preferita di dedizione ai cittadini) diventa abbastanza sospetta se confrontata con ambigue politiche “per lo sviluppo”, che non tengono conto delle esigenze di risanamento immediato di aree a rischio ecologico e sanitario e dell’ormai dimostrato legame tra qualità dell’acqua e dell’aria ed i tumori.

Il continuo aumento delle patologie tumorali nelle società industrializzate è purtroppo un dato di fatto, il costo dei farmaci anti neoplastici consumati nel mondo era stimato nel 2004 in 24 miliardi di dollari, e nel 2008 era salito a 41 miliardi. In Italia si stima una spesa complessiva di 7 miliardi l’anno. Praticamente un’intera manovra finanziaria, comprensiva di tutti i settori economici.
Per questo la responsabilità dei cittadini nel richiedere una maggiore prevenzione ed un più puntuale uso del principio di precauzione nelle scelte industriali è fondamentale:
occorre indirizzare la società verso delle politiche integrate che sappiano coniugare dei fermi NO alle industrie insalubri, ad una programmazione economica che rinnovi i suoi obiettivi sociali e combatta innanzitutto le cause delle malattie.  

Coordinamento dei comitati di difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano

- Nell’articolo “Ambiente, lavoro, società: un discorso sul cancro a partire dai fatti“, si riassume il punto di vista ambientalista sui legami tra ambiente, società e patologie tumorali.

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