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Questionario salute: i risultati del campione di 150 interviste.

Pubblichiamo i dati calcolati su di un campione di 150 questionari (‘Questionario Salute‘) sulla fruizione del Sistema sanitario nazionale nel nostro territorio.
Si tratta di un campione sufficiente a descrivere a grandi linee la realtà della fruizione del sistema sanitario pubblico-privato nell’entroterra, durante quello che è ancora un processo in corso: lo smantellamento dei servizi ospedalieri nei piccoli-medi centri urbani, la sostituzione degli ospedali con servizi ambulatoriali e di primo soccorso ancora non chiaramente definiti, il declamato obiettivo dell’alta specializzazione del futuro “ospedale unico” Marche nord e quello della presa in carico dei medici di medicina generale dei servizi di assistenza 24 ore nei piccoli centri.

Partendo dalla fruizione da parte degli assistiti del servizio di prenotazione degli esami diagnostici tramite CUP, rispetto alla distanza di tempo tra prenotazione e appuntamento, il 25,5% risponde che questo è stato fissato per “dopo tre mesi” e il 27.7% per “dopo due mesi”, solo il 21,2% dichiara di aver ricevuto un appuntamento per una distanza di poco più di un mese. Questo per un totale di oltre il 91% di prenotazioni che dovevano essere evase o in 10 o in 30 giorni. Su un totale di prescrizioni “indifferibili”, da evadere in 10 gg, del 43,3%, solo il 21,2% scrive di avere avuto l’appuntamento da lì a 15 giorni, circa la metà .

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Constatiamo che permane la necessità di rivolgersi a centri medici specialistici privati per ottenere un minor tempo di attesa: la prestazione a pagamento viene infatti ottenuta nel 25,5% dei casi in 15 giorni, nel 20,4% dopo un mese. I tempi di attesa non sono neanche in questo caso ottimali ma nel 45,9% risolvono il problema con maggiore velocità.

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Oltre a ciò, il 47.7% dei partecipanti al questionario scrive inoltre che, in occasione di un ricovero, questo è stato prescritto da un medico in libera professione dietro pagamento di un onorario. Il 60.7% dichiara di aver usufruito di consulti specialistici durante un anno, o tutti dietro pagamento di un onorario o per la metà di essi.
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Il 28,3% delle persone che rispondono alla domanda “Quanto hai speso in ticket sanitari durante l’ultimo anno” dichiara una somma tra i 160 e i 300 euro. Il 28,4% ha pagato oltre i 300 euro in un anno. Un valore molto più alto dell’ultimo dato (2013) ufficiale della Corte dei conti che calcolava per i marchigiani, una spesa pro capite in ticket sanitari di 43 euro l’anno, qui il discrimine sta nel fatto che il dato statistico ufficiale è calcolato dividendo la spesa anche col numero di cittadini che non sono ricorsi ad alcun servizio.

Il 40,4 % è stato fuori regione per almeno una visita specialistica negli ultimi sei mesi/un anno. Il 44% dei partecipanti al questionario è stato fuori provincia.

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L’attività dei consultori per attività ambulatoriali e di prevenzione continua ad essere centrale, alla domanda se si è frequentato un consultorio pubblico nell’ultimo anno per una visita medica solo il 7% dei partecipanti circa risponde “mai”. Il 40% degli intervistati dichiara di aver eseguito almeno un controllo di medicina preventiva nell’ultimo anno.

Riguardo l’attività dei medici di famiglia, oltre il 46,8% dei partecipanti dichiara di dover attendere almeno mezz’ora per riuscire a ottenere una prescrizione dal proprio medico di base, oltre il 44% degli intervistati si reca dalle quattro alle sei volte all’anno dal proprio medico. Solo il 18,44% dichiara di recarvisi solo una volta all’anno. Fa molto riflettere che la quasi totalità dei medici di base consigli ai propri assistiti una visita specialistica a pagamento, anche se un 43,5 % lo fa specificando che non è determinante per la qualità della prestazione e che si può fare anche col ticket.

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Le distanze sono spesso un problema sia per i ricoveri che per le prestazioni di Pronto soccorso. Per il 54,9% dei partecipanti al questionario il Pronto soccorso dista oltre 15km. Eppure i partecipanti dichiarano che, durante l’ultimo anno, almeno uno dei propri familiari ha avuto necessità del Pronto soccorso; il 37,3 una volta, il 29,6 due volte, il 28,2 tre volte.

Per il 61,8% dei partecipanti che ha avuto necessità di chiamare un’ambulanza, il tempo di arrivo del mezzo è “dopo venti minuti” nel 30,5% dei casi dopo mezz’ora, tempistica che fa pensare che a volte sia meglio tenere a portata di mano la propria automobile.

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Anche le attese ai Pronto soccorso non brillano proprio per performance: il 24,4 % dei partecipanti che si sono recati da soli al Pronto soccorso affermano di avere atteso oltre 4 ore, il 13,3% oltre tre ore, il 23% oltre un’ora. Solo l’11,9% oltre mezz’ora, ed un ‘fortunato’ 14,8% meno di mezz’ora.

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