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Sul servizio idrico a Terre Roveresche e dintorni

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Un comunicato del 3 ottobre 2023 di Marche Multiservizi* si scusa coi cittadini di Terre Roveresche per l’interruzione della fornitura di acqua potabile da sabato a domenica e lunedì scorsi.
Dal comunicato parrebbe che sia stata la siccità la causa del disservizio e non la condizione di obsolescenza delle condutture, sulle quali l’azienda interviene SOLO per le emergenze.
Scrive MMS: “…A causa del protrarsi di questa siccità il serbatoio di acqua potabile a Villa del Monte di Terre Roveresche si è progressivamente svuotato generando dalla giornata di Domenica interruzioni dell’erogazione dell’acqua o cali di pressione verso alcune utenze della zona. Le squadre di Marche Multiservizi sono entrate subito in azione con l’ausilio di autobotti grazie alle quali hanno riempito il serbatoio e da questa mattina hanno ripristinato il servizio per le utenze coinvolte. Marche Multiservizi si scusa per il disagio.”
In realtà a Villa del Monte non esiste nessun “serbatoio”, questo è invece sito sulla strada provinciale.
Forse il comunicato di MMS serve a sollecitare obliquamente la realizzazione del famoso mega invaso che dovrebbe garantire a tutti noi acqua in caso di siccità? Una ‘cattiva condott(ura)’ da parte di MMS celare la realtà, i lavori in emergenza all’acquedotto marcio e sconnesso (vedi foto).
Ma quali garanzie se le condutture ed i serbatoi sono obsoleti, si spaccano ad ogni passaggio di mezzi pesanti o al minimo movimento del terreno, e perdono acqua come colabrodi?
L’acqua delle condutture di Terre Roveresche arriva dalle sorgenti di San Martino dei Muri, integrata da quella del fiume Metauro che viene potabilizzata nell’impianto di Colli al Metauro. C’è un sistema automatico che, in base a consumo e portata da San Martino, dovrebbe far arrivare più o meno acqua dal potabilizzatore e mantenere costante il livello del serbatoio sito presso Sorbolongo. E’ questo serbatoio che forse ha seri problemi, e non si è trattato certo solo di riempirlo, tanto è vero che i lavori di interramento delle condutture a valle sono ancora in corso.
Nebulose le informazioni date ai cittadini della zona che hanno chiamato il call center di MMS.
Ad alcuni/e è stato risposto che c’era un problema sull’impianto della zona e che prevedevano di ripristinare l’erogazione prima per le 16 di sabato e poi per le 9 di domenica. Ad altri è stato detto che c’era una rottura a causa di una frana (?) e che avrebbero riempito il serbatoio domenica sera. Ad altri ancora che il serbatoio sarebbe stato riempito lunedì mattina entro le 10.
Nel frattempo, mentre gli azionisti di MMS si riempiono le tasche con gli utili (che NON vengono reinvestiti sul territorio), e le squadre di operai di MMS cercano di fare miracoli, MMS fa lavori solo se finanziati dall’Autorità d’Ambito con soldi pubblici. E una zona a vocazione agricola ma anche turistica sopporta interruzioni e disservizi non certo solo durante la siccità ma tutto l’anno.
Parliamo poi della scarsa informazione che viene data ai cittadini sulle condizioni del fiume Metauro, attualmente in secca nell’invaso di Tavernelle: chiunque vi passi lo vedrà pieno di alberi secchi e detriti. Non sappiamo nulla nemmeno del futuro uso dell’acqua fossile del pozzo del Burano, che negli scorsi anni abbiamo visto versare nel Metauro, per rimediare alla carenza di acqua fluviale nel potabilizzatore, con uno scandaloso spreco di una risorsa preziosissima, in nome del profitto.
A MMS diciamo che non abbiamo bisogno di scuse strumentali, alle Amministrazioni comunali chiediamo informazioni dettagliate sullo stato del Fiume e delle Sorgenti, ed un forte intervento di programmazione per risolvere alla radice il problema tornando a rendere a gestione pubblica la risorsa idrica.

Cittadini e Cittadine di Barchi, Villa del Monte, San Bartolo, Vergineto

Contro l'obbligo digitale: i nuovi contatori telegestiti

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E’ stata pubblicata sul sito dell’Appello contro l’obbligo digitale una petizione che sottolinea le criticità della sostituzione, massiva e coatta, dei contatori analogici (anche di quelli perfettamente funzionanti), con contatori digitali a pila dipendenti dalle reti 4 e 5 G.

La petizione chiede la tutela dei cittadini e consumatori dall’uso dello smart metering a valvola telegestita per le utenze di energia elettrica, gas e acqua.

SI tratta di una petizione per punti che evidenzia varie problematiche, per le quali a nostro avviso è opportuno un immediato e deciso intervento sia in sede parlamentare che nelle sedi di confronto tra associazioni dei consumatori e autorità di settore.

L’obiettivo della petizione è quello di tutelare i cittadini da un cambiamento repentino delle condizioni di gestione di beni necessari alla vita quotidiana, con una sempre più forte pressione delle holding del settore per l’abbattimento della forza lavoro, al quale non corrisponde alcun beneficio economico per gli utenti, e dal telecontrollo della

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Appello contro l'obbligo digitale

La difesa dei beni pubblici (acqua, energia, beni naturali) comprende ora anche la comunicazione digitale globale, i nostri dati personali, la nostra privacy.

Il ruolo del Garante per la Privacy è reso ridicolo da una prassi di prelievo incondizionato di dati ormai evidente a tutti.

La digitalizzazione è una risorsa ma può mettere seriamente a rischio la libertà ed i diritti di tutt*, vedi il recente proposito di manipolare da remoto le utenze elettriche.

*Identità e connessione digitale non dovrebbero essere un obbligo né esplicito né implicito: va evitato il divario digitale a danno di anziani, disabili e di tutt* coloro che non si dotano, a proprie spese, di strumenti elettronici aggiornati .

 

Per questo vi chiediamo di discutere con noi questi 11 punti per sensibilizzare associazioni, sindacati e movimenti a prendere posizione sul tema.

-dare sempre una alternativa non digitale ai sistemi di identificazione richiesti per la vita quotidiana (CIE, SPID, uso delle App): nella Pubblica Amministrazione, in  banche,

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No al biodigestore in terre di conquista

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Il comitato ‘A difesa del territorio’ (1.439 iscritti), in collaborazione con i comuni di Terre Roveresche, Mondavio e Fratte Rosa ha organizzato una manifestazione pubblica a Fano, già autorizzata dalla Questura, che si terrà il 20 luglio.
“No al biodigestore di Terre Roveresche; nessuno calpesti i nostri diritti’. Saremo a Fano mercoledì della prossima settimana, con inizio della manifestazione alle 18,30 al Pincio. Da lì, muoveremo verso Piazza XX Settembre, con striscioni e scandendo slogan. Con noi ci saranno i sindaci Antonio Sebastianelli di Terre Roveresche, Mirco Zenobi di Mondavio e Alessandro Avaltroni di Fratte Rosa; oltre ai rappresentanti delle associazioni di categoria Copagri, Cia, Coldiretti e Confagricoltura e di quasi tutte le associazioni di Terre Roveresche”.

per capire di più vai alla pagina FB del comitato A difesa del territorio

Virus contro Costituzione 1 a zero?…la questione di Terre Roveresche.

La cartografia del nuovo Comune di Terre Roveresche

Antefatto: nel gennaio di quest’anno il Sindaco di Terre Roveresche, comune di 5200 abitanti nato da una fusione di 4 Comuni effettuata nel 2017, pone alla Prefettura un Quesito sulla legittimità dello spostamento dei cittadini dal Comune, in merito alle disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio, norme temporanee volte a bloccare la diffusione del Covid-19: il DPCM ribadisce infatti la possibilità, per i cittadini di Comuni inferiori ai 5000 abitanti, di spostarsi anche se in zona arancio, fuori del proprio comune entro un raggio di ben 30 chilometri.
Il merito: il Sindaco interveniva per ovviare non solo alla grave situazione di isolamento che potrebbe causarsi per i cittadini, qualora la norma del divieto di spostamento dal territorio comunale potesse essere applicata (rientro in zona arancio). La fusione dei Comuni, infatti, ha delimitato un territorio di oltre 70 chilometri quadrati, con una densità

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IL RISCALDAMENTO DEGLI OCEANI STA ACCELERANDO PIU’ DI QUANTO SI PENSASSE

Quasi tutto il calore in eccesso della Terra (93%) viene assorbito dagli oceani ,  questo porta all’espansione termica delle acque; l’espansione termica delle acque insieme allo scioglimento dei ghiacci continentali porta all’aumento del livello dei mari. “I dati sulla temperatura degli oceani mostrano che il (loro) riscaldamento sta accelerando di più di quanto pensavamo”. Il link per leggere l’articolo integrale è in fondo questa brevissima sintesi.

Argo è un sistema globale di dispositivi che effettuano misurazione di temperatura, pressione, profondità, conduttività delle acque oceaniche; è  una rete di più di 3900 sonde sparse in tutti gli oceani  fin dai primi anni 2000, galleggiano a circa 1000 metri di profondità, ogni dieci giorni scendono ad una profondità di 2000 metri per poi risalire alla superficie, da qui inviano a satelliti i dati raccolti, poi scendono di nuovo ad una profondità di 1000 metri. Dallo studio pubblicato sulla rivista scientifica Science risulta che nel periodo 1991 – 2010

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-Una domanda al Forum provinciale per i Beni Comuni sul concetto di sussidiarietà e di partecipazione.

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Dopo le critiche del sindaco di Colli al Metauro al progetto, attuato coi piccoli Comuni, di Fondazione per la gestione di varie ed urgenti necessità socio-sanitarie sul territorio, giungono le 5 domande del “Forum provinciale per i Beni Comuni”. Singolare che un Sindaco che ha guidato una coalizione di centro-destra a Fano, venga emulato da esponenti della sinistra fanese e pesarese su quesiti centrati su una presunta mancanza di assetto partecipativo della Fondazione. Ciò, purtroppo, non testimonia la buona fede. Anzi.
Innanzitutto, verrebbe da dire, da che pulpito viene la predica: il sindaco Aguzzi, che ha sempre agito “a traino” sulla questione Ospedale di Fano, espertissimo poi in dichiarazioni mediatiche, ed il Forum per i Beni comuni, guscio vuoto “ad memoriam” della bella esperienza del Referendum sull’acqua pubblica, composto da 9 persone che rappresentano con questo comunicato stampa solo se stesse.
La soluzione per Aguzzi è stata defilarsi dall’esperimento Fondazione, non avendo “garanzie” in merito ad un

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Trivelle in Adriatico: mobilitiamoci, di nuovo.

Non sono bastati un referendum regionale e una raccolta di firme nazionale per fermare la corsa agli idrocarburi in Adriatico…rilanciamo la notizia della nuova mobilitazione dei cittadini sulle coste.

BARI – Trivelle nel mare Adriatico: domenica 8 aprile otto flash-mob saranno messi in atto dagli attivisti di diverse associazioni in cinque regioni adriatiche, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. L’iniziativa – informa una nota – è stata decisa “per dire no alla deriva petrolifera e ai progetti di prospezione con air gun” approvati dal ministero dell’Ambiente e in via di autorizzazione definitiva da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Gli ambientalisti, dopo l’esito sfavorevole dei ricorsi al Consiglio di Stato, rilanciano quindi la lotta con un evento che si terrà in contemporanea in Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia con appuntamenti a Rimini, Ancona, S.Benedetto del Tronto, Giulianova, Pescara, Vasto, Termoli e Bari. L’air gun – viene evidenziato – “è una tecnica di ricerca di

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Plastica: Ultrapasticci sugli ultraleggeri.

Il “presunto divieto di riutilizzo” nella lettera del Ministero alla GDO, basato su motivazioni “sanitarie”, ha scatenato una polemica che poteva essere evitata.

Rileviamo anzitutto con soddisfazione come il tema abbia scalato le classifiche degli interessi dell’opinione pubblica. Anche se il dibattito ha sofferto di alcune distorsioni sul merito della Legge e sui suoi effetti, l’attenzione generatasi ha consentito, per una volta, di mettere il tema ambientale e quelli collegati in cima all’agenda politica, stimolando riflessioni da parte dell’opinione pubblica sul problema della plastica, dei danni da essa provocati, della sua prevenzione e delle alternative.
Riconosciamo che la Legge intendesse costituire una estensione ai sacchetti ultraleggeri delle previsioni già a suo tempo adottate, e con successo, per gli shopper, allo scopo di:

estendere i principi di riduzione del ricorso alla plastica tradizionale ad altri ambiti, contigui, di intervento;
evitare fenomeni di elusione delle precedenti disposizioni, quali l’uso come shopper dei sacchetti in plastica tradizionale, codificati come “per uso

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-Accentrare è poco …sano. Ovvero: perché le Marche non hanno un Assessore alla sanità?

Nel giugno 2015, il Presidente della Regione Marche dichiarava: “Il ruolo diretto del Presidente della Regione nella Sanità ha lo scopo di dare alla comunità un segnale ben preciso di presa in carico della responsabilità. Si tratta di una scelta temporanea – ha spiegato – per impostare il lavoro e arrivare a determinati parametri di stabilità sia per quanto riguarda i servizi diffusi che la riduzione delle liste d’attesa”.
Situazione a dir poco imbarazzante quella di Regione Marche, che delega al Presidente, già impegnato nei suoi molteplici ruoli istituzionali e con altre deleghe, la politica e la programmazione sanitaria. La sanità è la seconda realtà economica di un Paese, dopo quella alimentare, e certo questo come vedremo, è un ruolo anomalo.
Partiamo dalla prima frase del Presidente Ceriscioli, quella “stabilità per i servizi (sanitari) diffusi” come obiettivo da raggiungere. Facciamo notare come è dal 2014 che il Piano sanitario regionale è in attesa di essere riscritto alla

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