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Trivelle in Adriatico: mobilitiamoci, di nuovo.

Non sono bastati un referendum regionale e una raccolta di firme nazionale per fermare la corsa agli idrocarburi in Adriatico…rilanciamo la notizia della nuova mobilitazione dei cittadini sulle coste.

BARI – Trivelle nel mare Adriatico: domenica 8 aprile otto flash-mob saranno messi in atto dagli attivisti di diverse associazioni in cinque regioni adriatiche, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. L’iniziativa – informa una nota – è stata decisa “per dire no alla deriva petrolifera e ai progetti di prospezione con air gun” approvati dal ministero dell’Ambiente e in via di autorizzazione definitiva da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Gli ambientalisti, dopo l’esito sfavorevole dei ricorsi al Consiglio di Stato, rilanciano quindi la lotta con un evento che si terrà in contemporanea in Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia con appuntamenti a Rimini, Ancona, S.Benedetto del Tronto, Giulianova, Pescara, Vasto, Termoli e Bari. L’air gun – viene evidenziato – “è una tecnica di ricerca di

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Trivellazioni e Piano delle Aree: difendere la volontà referendaria

Nota diffusa dal comitato nazionale No Trivelle, ringraziamo il Gruppo Fuoritempo per la diffusione:

Il responso delle urne del 4 Dicembre è stato netto. Il tempo fin qui trascorso ed i fatti intervenuti all’indomani della consultazione referendaria sono tali da indurci a passare da una prima fase di doverosa riflessione a quella di un’azione responsabile e conseguente.

Di che fatti e riflessioni trattasi?

In primis, dell’insediamento di un nuovo Esecutivo nel cui programma non si colgono elementi di discontinuità rispetto a quello precedente anche con riferimento alle politiche energetiche malgrado, sul piano della governance dell’energia, gli elettori abbiano chiaramente bocciato la proposta di riforma costituzionale, lasciando in capo alle Regioni la potestà legislativa concorrente, in questa come in altre importanti materie.

In seconda battuta, si tratta del procedere senza requie, da parte delle compagnie dell’Oil&Gas, delle azioni finalizzate all’ottenimento di titoli per la ricerca, l’estrazione in mare e su terraferma, il trasporto e lo stoccaggio di gas e petrolio.

Le

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15 milioni di italiani ed italiane dicono basta alle trivellazioni.

Da Medicina Democratica sui risultati del referendum del 17 aprile 2016.
(immagine da dossier WWF)

Noi avevamo vinto prima del 17 aprile. Anzi abbiamo stravinto. Su cinque dei sei quesiti referendari il governo era stato costretto alla retromarcia per evitare il voto: abbiamo sventato un piano scellerato con decine di altre piattaforme. Ogni quesito chiedeva di abrogare norme introdotte dal governo per facilitare le trivellazioni e per estromettere Regioni ed enti locali dalle decisioni. Per cinque quesiti il governo ha dovuto modificare la legge restituendo il potere agli enti regionali. Il sesto regalo, in eterno, alla superlobby dei petrolieri esenti da royalty è stato mantenuto in vita anche per farci schiantare contro il muro del quorum e umiliarci ora e in futuro.
Ma il governo ha fallito la trappola: nonostante il boicottaggio al quorum (25.393.170 votanti), nonostante il mancato abbinamento con le amministrative (costato 360 milioni di euro), nonostante martellante l’invito illegale all’astensione, nonostante la gigantesca campagna di

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Il 17 aprile tutti al referendum:

In attesa di conoscere il percorso di un altro referendum, quello sull’incenerimento dei rifiuti (vedi Sblocca Italia) , rendiamo disponibili i materiali giunti dal Coordinamento nazionale per il referendum contro il proseguimento delle trivellazioni in mare nelle dodici miglia dalla costa (quesito ammesso):

Flyer_Ref_Trivelle_070316-C-2

MATERIALE_Vademecum Referendum_17Aprile

 

 

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REFERENDUM: SCHIAFFO ALLA DEMOCRAZIA

REFERENDUM: SCHIAFFO ALLA DEMOCRAZIA. IL GOVERNO BRUCIA 360 MILIONI DI EURO E BOICOTTA IL REFERENDUM NO TRIV PERCHE’ SA DI PERDERE LA BATTAGLIA CONTRO LE TRIVELLE

Coordinamento Nazionale No Triv, 11 febbraio 2016.

Nel Consiglio dei Ministri di ieri sera, il Governo ha fissato la data per il voto referendario al prossimo 17 aprile, non accogliendo così la richiesta avanzata dalle Associazioni e dai Comitati ambientalisti, dalle Regioni e dai Parlamentari di accorpare il referendum alle prossime elezioni amministrative.

In questo modo, il Governo decide di buttare via circa 360 milioni di euro di denaro pubblico.

Ed è paradossale che nello stesso Consiglio dei Ministri di ieri si sia deciso, per un verso, di bruciare 360 milioni di euro e, per altro verso, di rinviare l’adozione di un provvedimento finalizzato all’erogazione di un indennizzo in favore dei risparmiatori truffati da Banca Etruria, per un importo pari a 200 milioni di euro…

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Trivelle sul territorio: i comitati dicono NO e il Ministero... pure

Niente trivellazioni a Monte Porzio: il Ministero dice no.
Questo il comunicato emesso da Regione Marche ne dà notizia l’assessore regionale all’ambiente Angelo Sciapichetti.che, memore delle sconfitte dell’Ente nel confronto coi cittadini in tante altre vertenze in cui dalla base abbiamo difeso il diritto alla salute, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, si presenta in questo caso come tutore dell’interesse pubblico:

“La Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie del Ministero dello Sviluppo economico – comunica l’Assessore – ha risposto negativamente all’istanza di permesso di ricerca a Monte Porzio, anche grazie al lavoro che abbiamo svolto in seno alla Commissione stessa. Con i nostri tecnici Mario Smargiasso e Velia Cremonesi e partecipando io stesso agli incontri ministeriali, abbiamo portato a Roma le legittime istanze emerse dal territorio su questa vicenda. La nostra azione, apprezzata anche dai vertici del Dicastero, non è pregiudiziale.

Ascoltiamo ciò che esprime il territorio, a cominciare dai sindaci, e cerchiamo di trovare margini

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Trivellazioni e salute: oltre all’impatto ambientale anche quello sanitario.

Il Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle risorse geotermiche del Ministero Sviluppo economico ha riportato, in data 30 aprile 2015, notizia della istanza di permesso di ricerca di idrocarburi nel nostro territorio (18 comuni, per un’area di oltre 208 chilometri quadrati) da parte della società Mac Oil Spa, legata a Petrocorp Inc.

Sono ufficialmente interessati i Comuni di Barchi, Castel Colonna, Castellone di Suasa, Corinaldo, Fratte Rosa, Mondavio, Mondolfo, Monte Porzio, Montemaggiore al Metauro, Monterado, Orciano di Pesaro, Ostra, Piagge, Ripe, San Costanzo, San Giorgio di Pesaro, San Lorenzo in Campo, Senigallia.

Il 5 agosto u.s. è scaduto il termine per eventuali manifestazioni di interesse da parte di eventuali ditte concorrenti di Mac Oil Spa; ora entra nel vivo il procedimento ministeriale di autorizzazione.

Ancora una volta il nostro territorio è stato fatto bersaglio di speculazione economica con il favore di una classe politica e di un apparato burocratico incompetenti e arroganti.

I Comitati in rete, insieme alle istituzioni

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